"Ero innamorata dell'amore, e ho fatto di tutto per sapere che cosa sia,ma a quanto pare la natura mi ha negato un cuore capace di amare, di soffrire pene d'amore. Più in là di un basso piacere io non posso andare..." (Stendhal, "La certosa di Parma")

martedì 12 aprile 2011

Dolce far niente!

Quanto sarebbe bello fare quello che piace senza avere maledetti DOVERI. Sono stanchissima, distrutta e volendo non ho ben adempiuto ai miei di doveri oggi! La via dell'aceto che secondo alcuni ho preso l'anno scorso ormai è il mio sentiero! Non ne vado fiera, perchè da una parte vorrei essere la ragazza di un tempo: diligente, seria, diciamo anche secchiona! Dall'altro lato, che è quello che in atto prevale, il mondo esterno ha tanto da offrire! Come posso chiudermi in casa con una bella giornata di sole? Perchè ammazzarmi la vita per ottenere sempre gli stessi risultati? Frequento il quarto anno di liceo classico, un indirizzo di studi molto impegnativo, che ho scelto di intraprendere perchè mi piace l'impostazione mentale cui ti approccia. Spesso negli ultimi tempi mi domando però se sia stata una saggia decisione scegliere questa scuola. Sin da piccola sogno di fare il medico, voglio fare il medico: è questo che mi porta a pensare che sto perdendo il mio tempo, che già potrei frequentare l'università e così risparmiarne un po', piuttosto che stare qui a studiare materie che sono sì interessanti, ma che non mi sono utili ai fini della mia maturazione professionale. Dal punto di vista culturale ne sono ben lieta, ma il problema di questa scuola è la tendenza a portare la mole di studio all'esasperazione. Perchè lasciare capitoli e capitoli da studiare? Perchè fare tradurre brani infiniti? Perchè limitarsi con le valutazioni senza dare a ciascuno il suo? Se potessi disporre del mio tempo come vorrei, se potessi alzarmi una mezz'oretta al giorno più tardi, se potessi già frequentare l'università e studiare nozioni funzionali, vivrei meglio, senza i rimorsi (come quelli che ho stasera) di non aver fatto un cavolo o quasi tutto il pomeriggio e soprattutto soddisfatta. Perchè penso anche: come mi godo la vita se rimango 24 ore su 24 a studiare? E se dovessi morire, o dovesse capitarmi qualcosa, mi troverei con un bel punto di domanda: cosa ne ho fatto della mia vita? Comunque conciliare le due cose è molto difficile, ci provo, ma specie con le belle giornate prevale sicuramente "la via dell'aceto". Ora è meglio che vado a letto, anche se non vorrei proprio andarci e vorrei fare tutt'altro, ma a un certo punto bisogna darsi un fren0! Il dolce far niente è bello, ma è bello finchè dura!

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