"Ero innamorata dell'amore, e ho fatto di tutto per sapere che cosa sia,ma a quanto pare la natura mi ha negato un cuore capace di amare, di soffrire pene d'amore. Più in là di un basso piacere io non posso andare..." (Stendhal, "La certosa di Parma")

mercoledì 29 gennaio 2014

Mens sana in corpore sano #1



Questo è un periodo fecondo per me, pieno di idee, alcune geniali, altre molto meno, di spunti che mi fanno pensare a cose da potere scrivere qui, come se non avessi mai smesso di farlo!

Andiamo ora al titolo: vi annuncio che si tratta di una rubrica, che cercherò di aggiornare ogni mercoledì (spero di farcela!!), sul cibo, precisamente di nutrizione. Dai grassi saturi, agli idrogenati, agli oli vegetali... le varie schifezze che ci propinano per rendere il prodotto finito più economico, a discapito non solo della linea ma, soprattutto, della nostra salute!

Spero che questa idea vi piaccia almeno la metà di quanto piace a me, perchè non ne posso più di accettare passivamente la non trasparenza delle case produttrici di alimenti, dalle low cost alle più care, che spacciano una cosa per un'altra e non specificano bene nelle etichette gli ingredienti!
Per anni ho consumato cibo sotto il velo dell'ignoranza e, non nascondo, che fino al mese scorso, sempre a causa della mia non conoscenza, mangiavo degli snack spacciati per dietetici, ricchi di vitamine e sali minerali di ben note aziende (piuttosto costose) di cui, proprio per la loro notorietà, con leggerezza non avevo "perso tempo" a guardare l'etichetta!!

In questo post introduttivo non parlerò di nulla in particolare, anche perchè vorrei un consiglio su come procedere: dato che ho già molto materiale quasi pronto da pubblicare, è meglio procedere per gradi dando un ordine alle informazioni e "costruendo il sapere" piano piano o pubblicare argomenti random partendo dagli ingredienti "velenosi", per poi, dopo averli denunciati uno per uno, passare a ciò che fa bene?
Io sarei propensa più per la prima opzione, però vorrei un vostro riscontro!


lunedì 27 gennaio 2014

Per non dimenticare




Ho sempre evitato di scrivere in questa giornata, il 27 gennaio, il giorno della Memoria. Ho sempre pensato che qualsiasi parola avrei potuto scrivere in merito sarebbe scaduta nella banalità, sarebbe stata una mera riflessione di stile odiosamente scolastico. 
Io, che neanche amo i film drammatici per il loro rendermi tristi, mi sono sempre "scontrata/incontrata" con la Shoah con profondo rispetto, ma con altrettanto timore, timore della conoscenza di fatti che non sono affatto inventati, che gente come me, come noi tutti, hanno subito per una sciagurata sorte.
E' dalla prima elementare che nella mia mente risuona la poesia "Se questo è un uomo" di Primo Levi, si riflettono visivamente le immagini che essa evoca. Con il tempo la mia letteratura e filmografia sul tema si è molto arricchita, a volte dettata dalla scuola, ma, più spesso, da me stessa. Penso che non ci sia nulla di più giusto e di rispettoso, per quella gente, per quei pochi sopravvissuti e per la memoria di tutti di ricordarli, ascoltare/leggere le loro storie, sapere ciò che è successo, non dimenticare.
E quando stamattina ho scorto un articolo su "La Stampa", sono rimasta abbastanza... basita!


Preciso che Loewenthal, non è un’antisemita, anzi è una scrittrice e una studiosa dell’ebraismo che alla prima riga del suo libretto confessa: «La Shoah è la mia ossessione». La sua nasce sì come una provocazione, alla strumentalizzazione di questa giornata, all'ansia che avvolge le varie istituzioni a "inventarsi" qualcosa per commemorare, a quelli che proprio in questo tra gli altri 365 giorni si ricordano di ricordare anche le povere vittime di altre stragi o guerre, ma, ciononostante, non riesco a calarmi nella sua conclusione.

Il GdM riguarda tutti, fuorché gli ebrei che in questa storia hanno messo i morti. Che non l’hanno ispirata, ideata, costruita e messa in atto. Che non l’hanno neanche vista, in fondo: ci sono precipitati dentro. Era buio. Gli altri sì che hanno visto. È questo sguardo che dovrebbe celebrarsi nel GdM. Allora nel presente, oggi verso il passato. 
E non è uno sguardo nemmeno consolatorio. [...] Ma non certo per far sì che non accada mai più. La memoria non porta con sé alcuna speranza. La cognizione del male non è un vaccino. «Ricordare perché non accada mai più» è una frase vuota. Se anche non dovesse accadere mai più, non sarà per merito della memoria, ma del caso.  




lunedì 20 gennaio 2014

Think like a man

Questo post trae ispirazione dalle parole che mi sono state dette da un ragazzo: "mi fai più complicato di quanto non sia".
Da lì fiume in piena di pensieri, elucubrazioni mentali e, infine, la frase che è titolo del post, la quale mi ha fatto pensare, per non lasciare nulla scollegato, all'omonimo film visto all'incirca sei mesi fa.

Abbiamo sei amici, amanti del basket: Zeke, il tombeur de femmes, Michael, il cocco di mamma, Dominic, il sognatore, Jeremy, lo scapolo, Cedric, il divorziato e Bennet, il felicemente sposato. Quattro di loro, dovranno fare i conti con le rispettive compagne che stanno seguendo i preziosi consigli riportati in un volume dal titolo, "Act Like a Lady and Think Like a Man". Decisi a non lasciarsi raggirare, leggeranno il libro, che consiglia le donne a pensare come gli uomini... 
Basato sull'omonimo best seller di Steve Harvey, attore, intrattenitore radiofonico, che nel film, oltre che come produttore, compare nei panni di se stesso, Think like a man è una riuscita commedia romantica, che poggia su uno dei temi più frequentati dal cinema statunitense, a partire dalla screwball comedy, anche se in chiave contemporanea a multietnica. Cambiano i decenni, le situazioni, ma non le problematiche: la perenne lotta tra i sessi, le difficoltà a comprendersi, a trovare la propria anima gemella, l'incapacità di condividere sogni e necessità. Kristen, Lauren, Candace e Mya sono donne molto diverse tra loro, ma le accomuna la lettura di un manuale che dispensa consigli sui rapporti d'amore, che le invita a pensare e a seguire gli insegnamenti di un uomo, che conosce bene pregi e difetti dei propri consimili. (cit. Mymovies)

E' ben noto che "per costituzione" uomini e donne non riescono ad essere ben sintonizzati, specie in situazioni in cui nell'individuo dell'altro sesso si vede un possibile partner: è proprio a quel punto che la linea si interrompe e si brancola nel buio.
Credo sia comune a noi donne di farsi mille flash mentali su ogni singolo gesto, parola, atteggiamento, costruendo un castello che, spesso, si rivela di carte e che crolla con la stessa grazia elefantesca con cui lo si è costruito. 
Credo di aver capito che gli uomini, invece, siano molto più cristallini di ciò che noi pensiamo: dicono A? E' A. Non significa forse pensa B, ma fa C perchè di D si vergogna.

Il problema è che, nonostante noi donne abbiamo sì le nostre colpe di cattiva interpretazione a causa di una personalità spesso fin troppo analitica, gli uomini di oggi si mostrano spesso così fragili, incapaci di prendere una posizione, di farsi avanti, di impersonare la figura dell'Eroe che ha popolato l'immaginario collettivo per secoli. Questo gli conferisce un'aurea di debolezza prettamente "femminile" (sempre nell'immaginario e, soprattutto, nell'inconscio collettivo) che ha fatto sì da autorizzare noi giovani fanciulle, figlie di questo secolo, che vivono la vita da Eroine, da attribuire a ciò che rimane dell'uomo anche una parte del pensiero femminile, elucubrazioni mentali comprese!

Per ritornare nei ranghi e, cosa ben più importante, cercare di capirli, senza farci del male e soffrirne, dobbiamo cercare di imparare da quello che, sulla carta, l'uomo dice di essere: pensare, dire, fare A. 

E' logico che nel film, "galeotto fu il libro", le cose si risolvono perchè hanno questo filtro che permette ai protagonisti di avere una chiave di lettura pronta su quanto succede, noi povere persone REALI ci affidiamo semplicemente a noi stesse.

venerdì 17 gennaio 2014

Entusiasmo di metà gennaio

Già siamo a metà gennaio.
E' incredibile come il tempo voli senza rendersene conto.
Sono abbastanza soddisfatta però di questo inizio.

Un esame andato bene.

Un nuovo progetto che mi riavvicina alla mia insegnante del liceo preferita, nonchè al mio mondo d'origine, letterario-politico-filosofico: "La città salvata. Omaggio a Simone Weil". Appena finirà, ne parlerò.

Tante idee per nuovi post, per rinnovarmi e rinnovare questo spazio.

L'entusiasmo, in generale, ritrovato.

Post più popolari