"La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure. Sarebbe come voler turare i buchi che abbiamo nel corpo credendoli delle ferite. Morremmo strangolati non appena curati."
E' questo ciò che dice Zeno Cosini nel capitolo finale del libro, Psico-analisi. Quanto più egli cerca di sbrogliare i fili della tela che è la vita, tanto più questi gli sfuggono. Desideroso dell'Ordine, è sommerso dal Caos, all'infantile ricerca di certezze che rende da sè irraggiungibili, con il suo porsi continue domande e il continuo mettersi in discussione. Alla ricerca del senso della vita si perde in quel senso dell' "infinito", che gli fa perdere la vera cognizione della realtà ed entro il quale, per non perdersi del tutto, fissa sempre l' "ultimo", come fa con la continua ultima sigaretta.
"Ero innamorata dell'amore, e ho fatto di tutto per sapere che cosa sia,ma a quanto pare la natura mi ha negato un cuore capace di amare, di soffrire pene d'amore. Più in là di un basso piacere io non posso andare..." (Stendhal, "La certosa di Parma")
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