"Ero innamorata dell'amore, e ho fatto di tutto per sapere che cosa sia,ma a quanto pare la natura mi ha negato un cuore capace di amare, di soffrire pene d'amore. Più in là di un basso piacere io non posso andare..." (Stendhal, "La certosa di Parma")

lunedì 27 gennaio 2014

Per non dimenticare




Ho sempre evitato di scrivere in questa giornata, il 27 gennaio, il giorno della Memoria. Ho sempre pensato che qualsiasi parola avrei potuto scrivere in merito sarebbe scaduta nella banalità, sarebbe stata una mera riflessione di stile odiosamente scolastico. 
Io, che neanche amo i film drammatici per il loro rendermi tristi, mi sono sempre "scontrata/incontrata" con la Shoah con profondo rispetto, ma con altrettanto timore, timore della conoscenza di fatti che non sono affatto inventati, che gente come me, come noi tutti, hanno subito per una sciagurata sorte.
E' dalla prima elementare che nella mia mente risuona la poesia "Se questo è un uomo" di Primo Levi, si riflettono visivamente le immagini che essa evoca. Con il tempo la mia letteratura e filmografia sul tema si è molto arricchita, a volte dettata dalla scuola, ma, più spesso, da me stessa. Penso che non ci sia nulla di più giusto e di rispettoso, per quella gente, per quei pochi sopravvissuti e per la memoria di tutti di ricordarli, ascoltare/leggere le loro storie, sapere ciò che è successo, non dimenticare.
E quando stamattina ho scorto un articolo su "La Stampa", sono rimasta abbastanza... basita!


Preciso che Loewenthal, non è un’antisemita, anzi è una scrittrice e una studiosa dell’ebraismo che alla prima riga del suo libretto confessa: «La Shoah è la mia ossessione». La sua nasce sì come una provocazione, alla strumentalizzazione di questa giornata, all'ansia che avvolge le varie istituzioni a "inventarsi" qualcosa per commemorare, a quelli che proprio in questo tra gli altri 365 giorni si ricordano di ricordare anche le povere vittime di altre stragi o guerre, ma, ciononostante, non riesco a calarmi nella sua conclusione.

Il GdM riguarda tutti, fuorché gli ebrei che in questa storia hanno messo i morti. Che non l’hanno ispirata, ideata, costruita e messa in atto. Che non l’hanno neanche vista, in fondo: ci sono precipitati dentro. Era buio. Gli altri sì che hanno visto. È questo sguardo che dovrebbe celebrarsi nel GdM. Allora nel presente, oggi verso il passato. 
E non è uno sguardo nemmeno consolatorio. [...] Ma non certo per far sì che non accada mai più. La memoria non porta con sé alcuna speranza. La cognizione del male non è un vaccino. «Ricordare perché non accada mai più» è una frase vuota. Se anche non dovesse accadere mai più, non sarà per merito della memoria, ma del caso.  




2 commenti:

  1. In giornate del genere credo sia molto facile scivolare nell'ipocrisia, ma noi siamo persone che quello che scriviamo oggi poi ce lo ricordiamo e cerchiamo di viverlo tutto l'anno.
    Visto anche quello che è successo negli ultimi giorni a Roma, mi sembra meglio ricordare che non farlo.

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  2. Tosto, questo articolo di giornale, piu' "appetitoso" il titolo che l'articolo in se' alla fine...Io credo che ormai tutto il dicibile sia stato gia' detto, da qualcuno sicuramente piu' intelligente di noi, ma allo stesso tempo abbiamo il dovere di contnuare ad informarci, a non dare per scontato nulla, che anche se e' successo nel passato, nessuno ci dice che non possa succedere di nuovo. Sulla sua conclusione ci dovrei riflettere, non credo sarebbe solo "merito" del caso...o no?

    Per quanto riguarda invece il tuo commento nel mio blog, non preoccuparti per la lunghezza, anzi! Sappi che sono gia' la tua prima lettrice dell'altro blog, spero che pigrizia e poca voglia a parte, si riveli una bella novita' soprattutto per te!
    Non so davvero spiegarti i problemi che hai con il mio blog :( Vorrei metterlo privato, ma non ho mai cambiato nessuna impostazione, quindi proprio non saprei, accidenti!
    Grazie per tutti i complimenti e le riflessioni su questa fine "universitaria", in bocca al lupo per anatomia!
    Un bacione!

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