Questo post trae ispirazione dalle parole che mi sono state dette da un ragazzo: "mi fai più complicato di quanto non sia".
Da lì fiume in piena di pensieri, elucubrazioni mentali e, infine, la frase che è titolo del post, la quale mi ha fatto pensare, per non lasciare nulla scollegato, all'omonimo film visto all'incirca sei mesi fa.
Abbiamo sei amici, amanti del basket: Zeke, il tombeur de femmes, Michael, il cocco di mamma, Dominic, il sognatore, Jeremy, lo scapolo, Cedric, il divorziato e Bennet, il felicemente sposato. Quattro di loro, dovranno fare i conti con le rispettive compagne che stanno seguendo i preziosi consigli riportati in un volume dal titolo, "Act Like a Lady and Think Like a Man". Decisi a non lasciarsi raggirare, leggeranno il libro, che consiglia le donne a pensare come gli uomini...
Basato sull'omonimo best seller di Steve Harvey, attore, intrattenitore radiofonico, che nel film, oltre che come produttore, compare nei panni di se stesso, Think like a man è una riuscita commedia romantica, che poggia su uno dei temi più frequentati dal cinema statunitense, a partire dalla screwball comedy, anche se in chiave contemporanea a multietnica. Cambiano i decenni, le situazioni, ma non le problematiche: la perenne lotta tra i sessi, le difficoltà a comprendersi, a trovare la propria anima gemella, l'incapacità di condividere sogni e necessità. Kristen, Lauren, Candace e Mya sono donne molto diverse tra loro, ma le accomuna la lettura di un manuale che dispensa consigli sui rapporti d'amore, che le invita a pensare e a seguire gli insegnamenti di un uomo, che conosce bene pregi e difetti dei propri consimili. (cit. Mymovies)
E' ben noto che "per costituzione" uomini e donne non riescono ad essere ben sintonizzati, specie in situazioni in cui nell'individuo dell'altro sesso si vede un possibile partner: è proprio a quel punto che la linea si interrompe e si brancola nel buio.
Credo sia comune a noi donne di farsi mille flash mentali su ogni singolo gesto, parola, atteggiamento, costruendo un castello che, spesso, si rivela di carte e che crolla con la stessa grazia elefantesca con cui lo si è costruito.
Credo di aver capito che gli uomini, invece, siano molto più cristallini di ciò che noi pensiamo: dicono A? E' A. Non significa forse pensa B, ma fa C perchè di D si vergogna.
Il problema è che, nonostante noi donne abbiamo sì le nostre colpe di cattiva interpretazione a causa di una personalità spesso fin troppo analitica, gli uomini di oggi si mostrano spesso così fragili, incapaci di prendere una posizione, di farsi avanti, di impersonare la figura dell'Eroe che ha popolato l'immaginario collettivo per secoli. Questo gli conferisce un'aurea di debolezza prettamente "femminile" (sempre nell'immaginario e, soprattutto, nell'inconscio collettivo) che ha fatto sì da autorizzare noi giovani fanciulle, figlie di questo secolo, che vivono la vita da Eroine, da attribuire a ciò che rimane dell'uomo anche una parte del pensiero femminile, elucubrazioni mentali comprese!
Per ritornare nei ranghi e, cosa ben più importante, cercare di capirli, senza farci del male e soffrirne, dobbiamo cercare di imparare da quello che, sulla carta, l'uomo dice di essere: pensare, dire, fare A.
E' logico che nel film, "galeotto fu il libro", le cose si risolvono perchè hanno questo filtro che permette ai protagonisti di avere una chiave di lettura pronta su quanto succede, noi povere persone REALI ci affidiamo semplicemente a noi stesse.